Alla scoperta del borgo di Gradara

Gradara è un borgo bandiera arancione del Touring Club Italiano. La sua atmosfera medievale, ancora intatta, ne fa una meta affascinante in ogni stagione dell’anno. La prima cosa che colpisce, arrivando a Gradara, è il panorama: nelle giornate limpide, la vista va dal mare della riviera romagnola all’entroterra marchigiano. Ma un’escursione a Gradara è soprattutto un viaggio nel tempo tra superstizioni, usanze e suggestioni dantesche.

Il Borgo di Gradara

Adagiato sulla sommità di una collina, il borgo storico di Gradara è circondato da due antiche cinte murarie e ha conservato intatta la sua atmosfera medievale con piccole stradine, botteghe e osterie. Girare tra i vicoli è piacevole e suggestivo, ma il vero luogo d’attrazione è il Castello intorno a cui si svolge tutta la storia di Gradara e delle famiglie che qui hanno governato: Malatesta, Sforza e Della Rovere.

Il Castello e la sua storia

Il castello di Gradara si erge a 142 metri sul livello del mare e domina l’intero territorio tra le Marche e la Romagna, dal mare alla collina.

Costruito intorno al 1150 ben presto passò nelle mani del Mastin Vecchio, capostipite della dinastia dei Malatesta, signori di Rimini, che vi regnarono per due secoli nonostante i tentativi di assalto degli Sforza. Successivamente passò dalle mani di diversi casati, Sforza, Della Rovere, Borgia, Medici fino a diventare proprietà dello Stato pontificio nel 1641. L’ultimo proprietario, l’ingegnere Umberto Zanvettori di Belluno, lo acquistò nel 1920 per 3 milioni di lire. Alla sua morte, nel 1928, il castello fu venduto allo Stato Italiano.

La rocca di Gradara è interessante per almeno due ragioni: da una parte il valore storico e architettonico, dall’altra la suggestione della storia d’amore tra Paolo e Francesca, che secondo la leggenda sembra essersi consumata proprio tra le sue mura.

Approfittando delle visite guidate organizzate dalla Pro Loco, si possono attraversare le sue sale e conoscere usi e costumi dell’epoca: dagli abiti e armature medievali, alle armi, agli strumenti di tortura dell’epoca e altre curiosità architettoniche.

Ne raccontiamo una: il soffitto della cappella al piano terra nasconde un curioso antenato delle intercettazioni telefoniche: l’orecchio di Dioniso. Si tratta di un buco nel soffitto del confessionale, da cui il signore del castello, appostato al piano superiore, origliava informazioni riservate che poi tramandava ai suoi successori.

La storia di Paolo e Francesca

Francesca da Polenta era figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna. Sposò Gianciotto Malatesta, figlio del Mastin Vecchio, per procura. Fu Paolo “il bello” a sposarla al posto del fratello Gianciotto, zoppo e orbo, per evitare che la giovane sposa si rifiutasse e scegliesse di consacrarsi a Dio. Questo era infatti l’unico modo in cui le giovani spose potevano sottrarsi ai matrimoni combinati.

Francesca credeva di aver sposato Paolo e di aver trascorso con lui la prima notte di nozze. Si dice che le sue grida al risveglio fecero tremare le mura del castello. La sposa, disperata e ingannata, piombò in una stato di tristezza da cui solo le letture di Paolo riuscivano a sollevarla. I due si innamorarono e i loro incontri amorosi proseguirono fino a quando Gianciotto scoprì il tradimento e, cieco d’ira, trafisse con la stessa spada Paolo e Francesca.

Una botola sul pavimento della stanza indica ancora la via di fuga tentata da Paolo, invano: al di sotto una scala conduceva alla stanza di guardia, dove una trentina di soldati lo attendevano a spada sguainata. 

I camminamenti di ronda

È possibile percorrere una parte dei camminamenti di ronda, mantenuti pressoché inalterati nei secoli. Il biglietto si acquista all’ufficio informazioni situato a destra dell’arco d’ingresso nel Borgo. 

Il percorso è lungo circa 300 metri e arriva fino all’ingresso del castello costeggiando le merlature. Il camminamento è interessante perché regala un bel panorama sul territorio circostante e, nelle giornate limpide, sul mare. Lo stesso paesaggio che scrutavano i soldati un migliaio di anni fa per intercettare i nemici. 

Il Museo Storico

Il Museo Storico si trova in piazza V Novembre. L’ingresso può essere incluso nel biglietto della visita al Castello. Il Museo contiene reperti della vita di Gradara e della sua rocca, una collezione di strumenti di tortura, ricostruzioni di armi e una sezione dedicata alla vita contadina di un tempo, con ambientazioni tipiche, strumenti di lavoro e scene di vita domestica. Visitabile da qui anche una parte delle grotte tufacee medievali risalenti al IV-V secolo d.C. che percorrono tutto il sottosuolo di Gradara.